Centro del catanzarese, sulla valle del Corace, 18 Km a N-O del capoluogo: suddiviso in due nuclei orientati in senso N-N-E e posti quasi sullo stesso asse, ma ad altitudini diverse.
Gimigliano Inferiore è infatti a quota 509 metri, mentre il Superiore, che ha anche dimensioni più cospicue, è a quota 618 m. Entrambi si trovano su costoni degradanti dell’ononimo monte Gimigliano e costituiscono un unico comune con circa 3400 abitanti e un territorio di 32,44 Kmq delimitato nei confini da Soveria Mannelli, Carlopoli, Cicala, S. Pietro Apostolo, Tiriolo, Sorbo, Fossato Serralta, Pentone e Catanzaro.
Escluse poche aree pianeggianti, il territorio è montuoso e si eleva ad altitudine media di 500-600 m con vette che raggiungono i 900. Questa qualità montana rende conto della miriade di corsi d’acqua che alimentano i fiumi Corace, Melito e Fiumarella. Il Melito termina il suo corso nel Corace, qualche Km a sud dell’abitato di Gimigliano Inferiore, mentre gli altri due proseguono verso Catanzaro.
Le condizioni climatiche e l’abbondanza d’acqua permettono qualsiasi tipo di coltivazione, pur con i limiti produttivi imposti dalla frammentazione degli appezzamenti e dalle difficoltà d’uso di grosse macchine agricole.
Il territorio è mineralogicamente ricco, lungo il Corace si trovano rocce marmifere, con colorazioni dal rosso al verde. Le venature bianche di quarzo e calcite danno alla pietra un valore decorativo che si esalta soprattutto in quella verde, il cosidetto “marmo verde di Gimigliano“, più genericamente noto come “verde di Calabria”.
Più a Sud, il Corace incide rocce nere o rosate per la presenza di quarzo, oppure rosa-rosso mattone per il feld-spato.