ROSSELLI DI GIMIGLIANO

copertina_libro2
Rosselli di GimiglianoDalle origini a noi

Ad Arezzo è circa l’anno 1000 d.C.: Don Pietro è il capostipite di una famiglia potentissima, i Rosselli.

Lo stemma nobiliare che li distingue sono delle rose rosse, 3,5 o forse 7, a seconda del periodo storico e delle tante battaglie in cui gli uomini di questa casata si sono particolarmente distinti.

Dalla città toscana questa illustre famiglia si espande in tutta Europa tra cui, Inghilterra, Spagna e Maiorca. Attorno al XV secolo, Bernardo Rosel, del ramo inglese, “disimpegnate con somma lode le sue faccende in Italia”, si trasferisce a Napoli e lì, sposatosi con Elonora Aleastri, accresce la sua stirpe. Uno dei suoi figli, Don Vincenzo Rosselli, alla morte del padre, si trasferisce a Palermo. E’ in questo passaggio cruciale da Napoli a Palermo che ha origine la discendenza dei Rosselli di Gimigliano. Di questo illustre ramo viene tracciata, con dovizia di particolari, la linea dinastica che dai personaggi poc’anzi citati, conduce fino ad oggi. Sono raccontate la vita e le opere dei più celebri, Annibale e Tiberio Rosselli, nel XVI secolo, filosofi di chiara fama all’epoca ed autori di imponenti opera filosofiche; il Cameriere d’onore di Benedetto XIV e Papa Pio VI, Mons. Tiberio Rosselli, nel XVIII secolo, ha compiti cruciali nella trattativa tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie, per dirimere le inevitabili tensioni tra i due stati confinanti.

L’Abate Giacomo Rosselli nel 1778  è tenutario della celeberrima Abbazia di Pesaca (a Taverna in provincia di Catanzaro), di cui oggi si possono ancora ammirare i resti. Vengono mostrati, con immagini minuziose, i documenti costituenti l’ARCHIVIO ROSSELLI ed ereditati da questi personaggi e che oggi gli autori di questo lavoro hanno voluto riportare alla luce e donare alla visione ed allo studio di chi verrà catturato da questa storia famigliare millenaria.

Annibale Rosselli

1525 - 1592

Nasce nella prima Domenica di Agosto del 1525, a mezzogiorno, da Gianbattista e Caterina
(della madre non riporta il cognome); è lo stesso Annibale Rosselli che, nel Libro V, del “de Elementi
et descriptione totius orbis nel Pymander Mercurii Trismegisti cum commento
Fr. Hannibalis Rosseli Calabri…”, scrive:

“concepit me mater mea Catharina ex patre Ioanne Baptista a Rosellis, bene nato et literarum haud ignaro;
peperit vero apud Gimilianum oppidum, ab urbe sex miliari bus semotum, prima Dominica mensis Augusti
anno 1525 in media die”;

Negli anni 1571-1581 insegna Teologia nella sua provincia e nello stesso tempo comincia a scrivere i suoi dieci volumi
del Commento a dei trattati dal titolo 'Pymander' e 'Asclepius'  appartenenti al cosiddetto  Corpus Hermeticum,
la parte filosofica e teologica di un insieme di scritti anche di carattere astrologico, magico  e medico,che venivano 
erroneamente  attribuiti al mitico dio egizio  Ermete Trismegisto che termina nel 1581.
Il Ministro Generale dell’Ordine Padre Francesco Gonzaga gli affida la missione della riforma degli studi nella provincia
dei Frati Minori “Bernardini” in Polonia.Nel libro viene riportata una scrupolosa biografia ed un’analisi dei testi
e del pensiero del nostro antenato.

Nel libro viene riportata una scrupolosa biografia ed un’analisi dei testi e del pensiero del nostro antenato.


Tiberio Rosselli

1490 - 1560

Tiberio Rosselli “da Gimigliano castello della Calabria, Filosofo dottissimo, fù discepolo di Agostino Nifo e
dopo la morte del maestro, non avendo uguale tra tutti i Filosofi del Regno di Napoli, cominciò a leggere
pubblicamente la filosofia in Salerno, d’onde partito per andare in Africa, giunto in quel paese fù dal proprio suo
schiavo ucciso “ (G. A. Cappellari Vivaro, Emporio Universale delle Famiglie).

Nel 1519 propose alle università di Bologna, Ferrara, Padova, Parma, Firenze e Pisa una vera e propria
“disputa filosofica” basata su 400 sue theses ma solo a Firenze e Padova ne accettarono la discussione
e nello stesso anno egli ne pubblicò una parziale difesa a Parma, col titolo di Apologeticus Adversos Cucullatos,
dove trattava tra l’altro “della vita storica di Cristo come soggetta alle leggi dell’astrologia, dell’eternità del mondo,
della non unicità del diluvio universale e ripresentava alcuni tesi eretiche di Pico della Mirandola
(Veronese Caseracciu 1993-94).

Wikipedia

Mons. Tiberio Rosselli

1716 - 1793

Personalità ecclesiastica di altissimo livello nel XVIII secolo; Cameriere d’onore di Papa Benedetto XIV e di Papa Pio VI;
ha un ruolo fondamentale nelle delegazioni segrete tra i Pontefici dell’epoca ed il Re delle Due Sicilie, Ferdinando IV di Borbone, nelle trattative sulla pace tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie. Ecco cosa scrive di questo personaggio, il Lamannis:

Cameriere d’onore del Pontefice Benedetto XIV e Cantore,Dignità nel Capitolo di Crotone che poi ottenne dal Pontefice di
rassegnare al suo Nipote e mio Zio Bernardino Lamannis. Fu anche Abate della Badia di S. Giovanni Battista
le di cui rendite alla sua morte furono incorporate a quelle del Seminario Vescovile di Catanzaro.
Ebbe delle Legazioni segrete tra il Pontefice, ed il nostro Sovrano Ferdinando, e trattò il Concordato tra le due Corti.
Vivente il 1783”.

Nei documenti dell’Archivio Rosselli giunti fino a noi, possiamo leggere la dichiarazione dall’Archimandrita della Chiesa di Messina,
Cardinale Giovanni De Gregorio, controfirmata dal Notaio Filippo Petrangeli che affida a Mons. Tiberio Rosselli
l’usufrutto delle rendite della Chiesa di San Giovanni Vecchio e dell’annesso Ospedale.
Vista la sua influenza nelle alte sfere ecclesiastiche a Roma, indirizza certamente a suo favore la disputa con Mons. Troili,
Vescovo di Catanzaro, per l’usufrutto della sopra citata Chiesa.
Nell’intestazione di questo importante documento, ricevendo la benedizione da Papa Pio VI, leggiamo come Tiberio sia apostrofato
come “Dilecto Filio” a riprova dell’altissima considerazione di questo personaggio presso la Curia Romana.

Nel nostro libro viene tracciata una biografia accurata di questo personaggio.

Giacomo Rosselli, Abate

1744 - 1810

E’ figlio di Pietro ed Anna Paoletti. E’ “un degnissimo Ecclesiastico” come riportano le cronache dell’epoca.

Attraverso i documenti arrivati fino a noi e tramandatici presumibilmente da Mons. Tiberio Rosselli, Giacomo è Abate
del Convento di Santa Maria di Pesaca in Taverna (in provincia di Catanzaro).

La pergamena datata 15 Dicembre 1778, con annesso medaglione, riportante l’incisione del nome di Papa Pio VI,
riporta sul dorso la firma, in latino di “D. Jacobus Rosselli Monasterium”. La pergamena è scritta in latino onciale tipico
delle bolle ecclesistiche dell’epoca.

L’influenza in Vaticano di Mons. Tiberio Rosselli, zio di Giacomo, all’epoca, riteniamo giochi un ruolo determinante per
l’assegnazione dell’Abbazia di Pesaca al nipote; ricordiamo che ricevere in assegnazione una commenda all’epoca
non era cosa facile. E’ proprio alla fine del XVIII secolo che l’Abate Giacomo Rosselli nel 1790 viene insignito del titolo di tenutario
dell’Abbazia di Pesaca per gestirne i beni, e la loro dismissione. La bolla papale, in latino onciale passata di mano in mano
dai primo geniti della famiglia Rosselli e giunta oggi fino a noi è testimonianza di questo atto.

Manoscritto Rosselli

seconda metà del XIX secolo

Di questo testo manoscritto, rilegato con copertina in pelle, databile attorno alle seconda metà del XIX secolo,
non conosciamo con certezza l’autore nè tanto meno conosciamo l’anno della sua stesura.
Sulla base dell’analisi del libretto e delle informazioni in nostro possesso, riteniamo con una certa sicurezza di poter
affermare che l’autore di questo manoscritto possa essere Federico Guglielmo Rosselli.

Dallo scritto si ricava che l’autore voglia riportare le storie delle personalità eminenti di Gimigliano partendo dal testo del
Lamannis, il Miscellanea Patria e dal racconto dei trenta villaggi.

Pergamena per l’affidamento a tenutario dell’Abbazia di Pesaca a Taverna all’Abate Giacomo Rosselli (1778)

Può essere acquistato in maniera svincolata dal libro l’albero Genealogico della famiglia Rosselli di Gimigliano.
Consigliamo comunque di acquistare sia il libro che l’albero genealogico per una maggiore comprensione del lavoro e dei personaggi in questo presentati.