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Le trame della famiglia Rosselli

A tu per tu con l’autore del libro sulla storia di Gimigliano

di Claudio Rotella

 

GIMIGLIANO21 Ottobre 2014 – Un lavoro che ha scavato nella storia e nelle origini di una famiglia andando a riscoprire indirettamente, ma con grande efficacia, anche la storia della città di Gimigliano. Il libro di Daniele Rosselli “Rosselli di Gimigliano. Dalle origini a noi“, è un vero e proprio scrigno di notizie.

Daniele Rosselli è un ingegnere meccanico che vive a Venezia, dopo essere cresciuto a Roma nella sua città adottiva, si sposta in diverse città italiane e all’estero per motivi di lavoro e proprio in uno di questi viaggi scopre l’ispirazione per il suo libro. Da New York parte la sua ricerca storico archivistica ed oggi consegna un libro che sa di manuale di storia.

Lei introduce il suo libro usando le parole “desiderio di scoprire, studiare, capire, conoscere…” Non è quello che ci si aspetta oggi dagli studenti?
Tutti quanti dovremmo essere animati dal fuoco della conoscenza. Gli studenti lo devono fare a maggior ragione per poter acquisire le competenze necessarie atte ad affrontare la vita nel migliore dei modi; ma la voglia di crescere nella conoscenza non ha assolutamente età. Io sono stato fin da piccolo molto curioso e ho sempre amato la ricerca: Pirandello scriveva che non ci si deve mai fermare al “perchè” delle cose, ma andare a rispondere al “perchè del perchè”.

Nella letteratura gimiglianese Miscellanea Patria di Domenico Lammannis, rappresenta uno dei testi più importanti, se non il più rilevante. Come si inserisce il suo lavorio letterario nello scaffale degli autori gimiglianesi?
Quando ho letto “Miscellanea Patria” per la prima volta, sono rimasto impressionato dalla capacità di un uomo del XVIII-XIX secolo come il Lamannis, di ricostruire la storia del nostro paese in quel modo così minuzioso, scientifico e allo stesso tempo semplice. Il nostro libro nasce dal desiderio enorme di consegnare alle generazioni future la conoscenza di personaggi celebri nel campo della Filosofia, della Cultura, delle Istituzioni politiche, religiose e militari che sono nate e vissute a Gimigliano, alcune poi partite per altre mete.

Cosa le resta oggi, oltre al libro appena scritto, delle sue origini gimiglianesi?
Io sono gimiglianese di orgine, il mio sangue è gimiglianese, il mio carattere è quello forte, testardo, generoso, buono dei gimiglianesi. Amo definirmi un romano calabro, con tutto l’orgoglio di chi è nato a Roma ed allo stesso tempo è fiero delle sue origini calabresi.

Lei ritorna spesso nella sua terra natale? Cosa ne apprezza di più?
Torno a Gimigliano ogni volta che posso e comunque almeno una volta l’anno. Di Gimigliano e delle Calabria amo la generosità. Se poi penso alla bellezza della terra, alla bontà dei suoi prodotti gastronomici, al clima mite di Gimigliano, alla possibilità di poter raggiungere il mare e la montagna in pochi minuti, tutto questo fa di Gimigliano e in generale della Calabria una terra che amo totalmente.

Come sottolinea non era uno scrittore prima che elaborasse il libro …ed ora?
Io sono un ingegnere meccanico e rimango un ingegnere come formazione ed approccio mentale- Allo stesso tempo, ho sempre amato leggere e approfondire gli argomenti di storia e di letteratura. La mia compagna dice che amo le “cose vecchie”! Ed è vero! Nel mio cassetto, riposto nel fondo, c’è sempre stato il sogno di poter scrivere un libro, di lasciare una traccia tangibile.

Ritornando ai contenuti del libro, se dovesse indicare qual è la figura più carismatica della sua ricostruzione genealogica, quale indicherebbe?
Dovendo sceglierne una vorrei citare Tiberio Rosselli, il filosofo che nel XVI secolo cerca in tutti i modi di affermare la sua dottrina filosofica, anche a costo della sua stessa vita. Le sue idee vengono, infatti, tacciate di eresia e Tiberio viene braccato in tutto il Nord Italia dall’inquisitore Armellini. Agostino Nifo, il suo maestro a Salerno, colpito dal suo carattere irruente, storpia il suo nome in Turberio.

E la figura più influente dal punto di vista umano, sociale ed economico?
Monsignor Tiberio Rosselli, nel XVIII secolo, è una personalità così influente al punto che due Papi, Pio VI e Benedetto XIV, gli riconoscono il titolo di Cameriere d’onore in abito paonazzo, nella famiglia pontificia. Dai testi consultati emerge una figura con grandissime capacità diplomatiche e di mediazione, e un innato senso della leadership ed alla autorità che gli proveniva dal suo alto incarico. Non dimentichiamo che la sua figura è fondamentale per la risoluzione di molte dispute generate da tensioni di varia natura tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie.

Lei si sente più “Turberio” o più monsignor T.Rosselli?
Quando approfondiamo la conoscenza dei nostri antenati, ci hanno impressionato i tratti distintivi di alcuni di loro. Mio fratello ha un indole molto più accesa e focosa tipica del “Turberio”; lo stesso carattere che aveva mio nonno, Fiorentino. Mio padre ed io siamo più diplomatici e, quindi, più simili a monsignor Tiberio Rosselli.

Cos’è che appassiona nella ricerca dinastica?
In questa ricerca storico archivistica della nostra famiglia ci ha appassionato la scoperta dei singoli legami parentali trasversali e “a salire”; il nostro albero genealogico si è arricchito di nuovi rami, ogni volta che scoprivamo un documento d’archivio che metteva in relazione elementi gia noti, diventava quasi una sfida il riuscire a spingersi sempre più indietro nel tempo. Questa ricerca è viva e dinamica: rami si aggiungeranno per le generazioni che devono venire.

Cosa vuole trasmettere al lettore parlando della sua famiglia?
E’ un libro, è un lavoro che vuole trasmettere come messaggio fondamentale, l’amore per il proprio gruppo, l’unità, il rispetto, il desiderio di vivere e crescere insieme, condividendo gli stessi valori, nella semplicità e nell’armonia. Il “noi” deve essere sempre anteposto a tutto, in un’ epoca in cui i modelli sbagliati tendono a mettere in evidenza gli individualismi e gli egoismi. La propria famiglia, il proprio paese d’origine, la propria terra sono le entità nelle quali si vive, si cresce insieme ed ognuno per le proprie capacità e competenze cerca di apportare il proprio contributo per il raggiungimento dell’obiettivo comune. La divisione genera solo debolezza; se si uniscono le forze, il miglioramento è più efficace e ricade a pioggia su tutta la comunità.

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