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“La democrazia della verità”

Se non abbiamo un elettorato informato non abbiamo una democrazia” (J. Lehrer , 1934 – vivente )

 

I processi democratici ci permettono di poter scegliere liberamente su quale sia l’opzione a noi più congeniale e soprattutto che ritieniamo la più giusta e favorevole per noi e per i nostri cari. Qualsiasi argomento si dibatta. Esercitiamo dunque una scelta. La maggioranza ha il diritto di vedere applicato quanto deciso. Così aviene ed è avvenuto anche in passato. I grandi temi che storicamente sono stati oggetto di decisione democratica tramite referendum, ad esempio la repubblica o la monarchia, il diritto o meno di una donna di praticare l’aborto, l’entrata in guerra o il non intervento, la scelta se produrre l’energia da una fonte nucleare o la chiusura degli stessi impianti perchè ritenuti preicolosi. Ognuno di questi temi, dopo discussioni e dibattiti accesi nelle piazze e sui media, ha visto il prevalere di una delle alternative possibili. Chi ha vinto ha festeggiato, chi ha perso, sebbene deluso, ha riconosciuto il prevalere dell’altra fazione.

Per un momento voglio però fermarmi a riflettere all’attimo precedente all’esercizio democratico della scelta tra due o più opzioni e nello specifico alla fase in cui abbiamo reperito informazioni da qualsiasi fonte o che abbiamo ricevuto per valutare l’opzione mgliore, esercitando così il nostro sacrosanto diritto democratico di scelta. Quelle informazioni sono state sufficienti per costrurirci un’idea solida sull’argomento e soprattutto le nozioni apprese erano vere, autentiche, genuine oppure al contrario guastate, manomesse, artefatte, sabotate per fare in modo di orientare la scelta delle masse in una direzione che sia o che fosse di beneficio a pochi portatori d’interessi?

Alla luce delle scelte fatte nella seconda modalità descritta qui sopra, è ancora una decisione veramente democratica quella che esercita un popolo quando questo ha ricevuto in maniera sceintifica informazioni sbagliate sull’argomento discusso e ha orientato la sua decisione verso l’opzione opposta a quella che avrebbe preso se gli fossero stati forniti dati certi, reali, oggettivi e corretti.

Ho parlato fino ad ora di macro decisioni che coinvolgono e influenzano i modi di vita di un’intera popolazione, di milioni di persone.

Nel nostro piccolo ogni giorno quante decisioni prendiamo basandoci sulle informazioni che reperiamo sui libri, su internet, ascoltando esperti oppure semplici conoscenti o i nostri famigliari che ci dispensano consigli richiesti e non.

Una ditta che ha come prima finalità del suo business la vendita di apparati di qualsiasi tipo, elettronici o elettrodomestici o dipositivi medici, ti informerà mai della possibilità della riparazione del dato apparato, se questo intervento è il più conveniente per l’utilizzatore ma al contrario quel tipo di attività non rientra nel business primario della ditta?

Un medico che guadagna dei soldi in percentuale crescente dal numero di operazioni che esegue ogni anno, consiglierà mai a un paziente una terapia farmacologica che potrebbe risolvere il problema dell’assisitito ma di contro non permetterà al professionista di guadagnare dall’intervento in clinica?

Se un’azienda vuole assumere alcuni candidati che ritiene possano tornare utili per il raggiungimento degli obiettivi aziendali di business, farà a questi delle promesse volte a influenzare la loro decisione di entrare nella propria squadra, pur sapendo che alcune di quelle promesse potrebbero non essere mantenute? Se a uno di questi potenziali candidati gli si prospetta durante i colloqui selettivi che sarà impiegato in posizione apicale salvo poi al primo giorno in azienda comunicargli che la sua mansione non è quella concordata in sede di colloqui ma una inferiore come responsabilità, quella risorsa ha avuto soddisfatto il sacrosanto diritto di esercitare una scelta corretta che influenza la sua vita professionale?

Siamo entrati nel vasto campo dell’etica dell’esercizio di una qualsiasi scelta.

La democrazia non risiede nella scelta che esercitiamo ogni giorno se optare per questa o quella soluzione ma nel pretendere che su un qualsiasi argomento su cui dobbiamo esercitare una decisione, riceviamo le informazioni corrette e che ci diano il punto di vista il più oggettivo possibile e scevro da distorsioni legate all’interesse di qualcun altro.

Ci ricordiamo ancora come alcuni anni fa alcuni stati abbiano mosso guerra ad altri con la pretesa scusa che uno dei due stati belligeramti possedeva armi di distruzione di massa pronte ad essere utilizzate, salvo poi scoprire che questa era una bugia architettata allo scopo di smuovere le coscienze e rendere la popolazione favorevole all’intervento.

Nell’ultimo anno abbiamo osservato come su uno degli scenari di guerra in corso, i media abbiano puntato e puntino l’attenzione, al fine di smuovere le coscienze dell’opinione pubblica, quasi esclusivamente sull’attacco terroristico che ha scatenato l’offensiva dello stato colpito. Un’azione certamente barbara e vigliacca contro inermi, non c’è dubbio e certamente da condannare. Però come si può lasciar passare quasi del tutto taciuta la strage di innocenti e civili che durante l’anno di attacchi successivi a quell’evento barbaro, ha prodotto in reazione al primo, la vergogna di sessantamila morti di cui ventimila bambini, rei di abitare nel territorio dove si nasconderebbero i terroristi. Anche qui la gran parte, civili e inermi. Distrutte scuole e ospedali senza pietà.

Si deve dare la possibilità a tutti di scegliere da che parte schierarsi fornendo il punto di vista più oggettivo possibile e non omettendo verità scomode o sconvenienti per la schiera dei benpensanti, dei potenti, delle lobby. Solo in questo modo possiamo dirci veramente cittadini che vivono una democrazia della scelta autentica, consapevole e non drogata, alterata, dalla menzogna.

In un’epoca di bombardamento mediatico proveniente da internet e social media, dove il paradigma “Sapere è Potere” è venuto a mancare, dobbiamo pretendere che nell’oceano di informazione spazzatura, emergano delle isole salvifiche di verità che permettano all’opinione pubblica di farsi un’idea reale, autentica, il più possible veritiera sui fatti quotidiani e sulle grandi questioni della vita.

Altrimenti viviamo una dittatura della disinformazione.

 

 

 

 

 

Nota a margine del testo:

In questo lavoro i dati, i contenuti e le affermazioni citati sono stati raccolti da testi studiati oppure catturati da siti internet attendibili e verificati. Tutti i riferimenti sono citati in bibliografa e sitografia e puntualmente a piè di pagina dove citati. Mi scuso fin da subito per qualsiasi errore e imprecisione nei riferimenti, nei dati, citazioni, affermazioni e descrizioni, se gli errori abbiano in qualche modo urtato la sensibilità del lettore, anche semplicemente per onore di verità. Mi rendo da subito disponibile a effettuare tutte le correzioni necessarie, ponendo in evidenza le inesattezze riportate. Sappiate che la buona fede dello scrivente è garantita.

Daniele Rosselli

Ingegnere e scrittore

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